Ieri il secchione della mia classe mi ha invitata a una festa di secchioni. Non sono solita fraternizzare con loro, ma mi piacciono i posti dove si mangia, si beve e si ascolta musica... e poi ieri sera non avevo nulla da fare, così alla fine ho deciso di andarci.
Ore otto, sono sotto la casa del tipo in questione. Lui viene a prendermi e mi porta dentro. Trovo una sala con tante sedie messe in cerchio e su ognuna c'è uno sfigato: c'è quello tutto ciccia e brufoli, quello con gli occhiali che sono più spessi che larghi, quello coi capelli talmente unti che potrebbe condirci l'insalata, quello con gli occhi storti, il magrolino, quello coi vestiti del nonno (e anche della nonna, ahimè) e compagnia.
Mi guardo intorno e mi accorgo che la festa si tiene solo lì in anticamera. Davanti alle altre porte ci sono dei tavoli e delle sedie a sbarrare le entrate. Mi siedo su una sedia e questi cominciano a guardarmi. Io li guardo e loro continuano a guardarmi. Stiamo lì così dieci minuti, dopo un po' la situazione si fa imbarazzante e devo dire: "Eh, allora? Che si fa?". E il padrone di casa: "Aspettavamo che facevi qualcosa tu...". Io: "Io? Cosa dovrei fare?". E il suo amico: "Ci hanno detto che ti piace fare la maialà! Pensavamo che ci avresti limonati a turno...". Sono scoppiata a piangere e ho detto loro che l'unica limonata che avrebbero visto era quella che stava sul tavolo, vicino all'aranciata. Poi sono corsa fuori, sbattendo la porta. Poi sono tornata dentro, ho preso delle provviste e una fetta di torta dal tavolo, e sono scappata di nuovo. Ho vagato per ore sotto la pioggia, con mucchi di cibo sotto le ascelle e nelle tasche, tutta pensierosa. Non so, non mi piace come mi hanno trattata... cosa si aspettavano da me? Non sono mica una spogliarellista! E dire che uno mi ha anche chiamata Culona... Ora devo indagare, mi sa che a scuola qualcuno ha fatto girare la voce che sono facilona
Ore otto, sono sotto la casa del tipo in questione. Lui viene a prendermi e mi porta dentro. Trovo una sala con tante sedie messe in cerchio e su ognuna c'è uno sfigato: c'è quello tutto ciccia e brufoli, quello con gli occhiali che sono più spessi che larghi, quello coi capelli talmente unti che potrebbe condirci l'insalata, quello con gli occhi storti, il magrolino, quello coi vestiti del nonno (e anche della nonna, ahimè) e compagnia.
Mi guardo intorno e mi accorgo che la festa si tiene solo lì in anticamera. Davanti alle altre porte ci sono dei tavoli e delle sedie a sbarrare le entrate. Mi siedo su una sedia e questi cominciano a guardarmi. Io li guardo e loro continuano a guardarmi. Stiamo lì così dieci minuti, dopo un po' la situazione si fa imbarazzante e devo dire: "Eh, allora? Che si fa?". E il padrone di casa: "Aspettavamo che facevi qualcosa tu...". Io: "Io? Cosa dovrei fare?". E il suo amico: "Ci hanno detto che ti piace fare la maialà! Pensavamo che ci avresti limonati a turno...". Sono scoppiata a piangere e ho detto loro che l'unica limonata che avrebbero visto era quella che stava sul tavolo, vicino all'aranciata. Poi sono corsa fuori, sbattendo la porta. Poi sono tornata dentro, ho preso delle provviste e una fetta di torta dal tavolo, e sono scappata di nuovo. Ho vagato per ore sotto la pioggia, con mucchi di cibo sotto le ascelle e nelle tasche, tutta pensierosa. Non so, non mi piace come mi hanno trattata... cosa si aspettavano da me? Non sono mica una spogliarellista! E dire che uno mi ha anche chiamata Culona... Ora devo indagare, mi sa che a scuola qualcuno ha fatto girare la voce che sono facilona
Busoni ώμℓωα... o come direbbero loro, мα∂αмε ςμℓσиα ρσяиσ∂ΐωα
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